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martedì 27 aprile 2010

AUTOCONOSCENZA: Psicologia o Religione?

Perché autoconoscenza? 

Il motivo è semplice, il percorso dell'esistenza è un cammino dalle più svariate sfaccettature, ognuno di noi affronta la sua realtà con la convinzione di essere al centro del proprio divenire. Ma spesso questo non avviene o addirittura avviene il contrario, le nostre costruzioni di come siamo e di come è il mondo sfuggono il più delle volte all'obiettività della visuale comune.
Il nostro punto di vista egocentrico c'impedisce spesso di cogliere la realtà in modo più oggettivo, dunque più razionale e funzionale. Il nostro divenire è ancorato al soddisfacimento dei propri bisogni e desideri, avere più conoscenza di se stessi e del mondo, offrendoci superiore previsione, ci consente una maggiore probabilità per il raggiungimento dei propri obiettivi.

La conoscenza ha tale capacità, e conoscere se stessi è il percorso per eccellenza che conduce ad una vita migliore.
Comprendere le nostre costruzioni fondamentali, i nostri sistemi di credenze, le nostre convinzioni, le nostre emozioni, rappresenta una maggiore sicurezza e in pari tempo una maggiore possibilità per l’ottenimento di ciò che ambiamo, quindi maggiore probabilità di felicità.

Ma cos’è dunque, un aumento conoscitivo in direzione dell’autoconoscenza?... semplicemente capire:

- come e perchè pensiamo in un certo modo?
- come ci siamo costruiti il nostro filtro di convinzioni?
- qual é il nesso tra le nostre elaborazioni mentali e le emozioni che viviamo?
- perchè proviamo un'emozione e non un’altra?

- perchè di fronte ad un determinato evento ne fuggiamo o lo affrontiamo?
- come si posiziona all’interno di questo mentalismo razionale ed emotivo, la risultante comportamentale?
Inoltre, - quali sono gli errori cognitivi più usuali?- che utilità ha il nostro linguaggio interiore?- l’uso della metafora e dell’analogia è d’indiscussa utilità, ma quand’è che diventa fuorviante contribuendo a falsare la comunicazione in atto?- l’incoerenza, quando prevediamo gli eventi esterni ed interni, c'è di aiuto o semplicemente é una modalità disperata per avere più previsione quando il sistema che l’attua è ormai diventato profondamente insicuro, per cui usa tutti i sistemi pur di riacquistare una certa sicurezza, anche se ciò rappresenta autoinganno?- a cosa servono i pregiudizi, se non a crearci un’immagine precostituita ed economica del mondo, come risposta al solito bisogno previsionale?Pensare vuol dire conoscere, dunque:- come avviene il processo di conoscenza?- perchè diamo importanza agli eventi in maniera differente da altre persone? - perchè catturiamo solo una parte di realtà, quella a noi collegata emotivamente? ecc.

Dedichiamoci dunque, a conoscere se stessi, dirigiamoci all’autoconoscenza diventando consapevoli dei meccanismi che guidano la nostra esistenza, potremo così muoverci più rapidamente nella nostra realtà e produrci con più competenza, quelle esperienze utili al cambiamento costruttivo. Il punto però, è avere la consapevolezza di migliorarsi, di crescere e di riconoscere che la dimensione di ognuno di noi ha una valenza prettamente egoica e distorcente. Tale realtà fa si che ogni nostro comportamento, ogni nostro pensiero sia paradossalmente, proprio organizzato alla difesa di tale dimensione.


Sembra proprio necessario per l'ottenimento di un miglior benessere, dunque, intraprendere un percorso autoconoscitivo che permetta di muoverci con più dimestichezza nella nostra realtà psicologica. I nostri schemi di pensiero, che di primo acchito sembrano volgere a nostro favore, risultano spesso essere, senza che ce ne rendiamo granché conto, disfunzionali a tal punto da arrivare a remare proprio contro noi stessi. La correzione delle componenti cognitive disadattive, risulta dunque essere un passo fondamentale per il raggiungimento di almeno un minimo di chiarezza psicologica. Non è, infatti, un caso, non può essere un caso che vi proponga di conoscere se stessi come passo propedeutico alla crescita personale - conosci te stesso - suggerisce l'Oracolo di delfi:

"ti avverto chiunque tu sia, Oh tu tu che desideri sondare gli Arcani della natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo conosci te stesso e conoscerai l'Universo e gli Dei"

- controlla meglio il tuo pensiero - ci dicono alcune religioni orientali.

L’autoconoscenza, dunque, sembra proprio essere un passo fondamentale per potersi migliorare e volgere la propria essenza verso l'amore, centro di ogni dottrina religiosa. Diventare consapevoli della propria spiritualità, una spiritualità che ognuno di noi possiede ma che pochi conoscono, badate bene, ciò a prescindere da qualsiasi credo religioso. Quello che sostengo è che ognuno di noi possiede posto alla superficie o più in profondità, quella spiritualità ad egli caratteristica e della quale deve trarre ogni spinta al proprio felice divenire. Liberarsi dalla tirannia del proprio ego, dal bisogno disperato di difendere se stessi e ogni cosa a noi collegato, è il passo fondamentale per la conquista dell’Umiltà psicologica e giungere a scoprire il tesoro che è dentro di noi: l'amore. Solo la scoperta di esso ci può rendere uomini liberi di essere se stessi e viaggiare verso l’esistenza migliore. Dunque emanciparsi dal dominio del proprio ego, scoprire l'amore che è dentro di noi, è decentrarsi e accorgersi dell'altro, ciò significa pervenire a quella spiritualità che è elemento intrinseco ad ogni esistenza.

Autoconoscersi è il fine per eccellenza che costituisce il mezzo per giungere ad un proprio supremo modello di vita. Non esiste un originale universale, una verità sopra tutte, ma esistono infinite verità e ciascuna distingue ogni individuo. L’obiettivo è proprio la fuoriuscita e successivo godimento della felicità che ciascuno di noi cela dentro di sé. Osserviamo i nostri comportamenti, sentiamo con più consapevolezza le nostre emozioni, comprendiamo i nostri pensieri e ci avvicineremo pian piano alla nostra verità. Utilizziamo la nuova conoscenza di se stessi gestendola, impiegandola ed indirizzandola verso il sublime, miglioriamoci dunque, correggendo i nostri errori e da ciò che ci allontana dall'amore, accorgiamoci quindi di ciò che ingrassa ridondantemente il nostro Ego: il flusso dei pensieri falsamente diretto. Sviluppiamo quindi dell’intelligenza emotiva che è quella capacità di coltivare opportunamente quelle caratteristiche che spingono al sociale, all’empatia, all’attenzione verso gli altri.

Proponiamoci più duttili al decentramento dei nostri punti di vista, accettiamo le invalidazioni delle nostre costruzioni, delle nostre convinzioni con libertà ed umiltà. Non irrigidiamoci al solo scopo di rallentare involontariamente per inerzia egoica il nostro processo di crescita. Le dipendenze, gli evitamenti, le emozioni disadattive e disfunzionali ne sono il prodotto, non posizioniamoci sempre in guardia come se avessimo di fronte a noi sempre un nemico da sconfiggere o ancor peggio quando questi non c’è fuori lo andiamo a cercare dentro di noi, o in taluni casi estremi pensiamo di aver nemici dentro e fuori. Non inganniamoci con tale esagerata facilità, non diventiamo vittime dei nostri pensieri.

Lasciamo scorrere l'amore che è dentro di noi e sicuramente la nostra spiritualità non tarderà a premiarci.

Dr. Mazzani Maurizio