Ogni creatura che si è evoluta a tal punto da
godere dell’intelligenza, percezione, memoria, linguaggio ed emozioni non può
che essere cosciente!
Cos’ha il cervello da permettere
alla mente di essere e funzionare.
E’ proprio nell’essere e nel funzionare
della mente, che la “magia” si concretizza in quel qualcosa di sensazionale che
chiamiamo esperienza interiore, soggettiva e privata
Nell’affrontare la questione appare
bizzarro, non potendo estraniarci dal nostro oggetto d’indagine, dover prendere
atto che la coscienza si trovi proprio ad esplorare se stessa. Di fronte a tal
tema sorge spontanea la riflessione sulla consapevolezza di essere consapevoli di
ciò che si sta scrivendo sul proprio essere consapevoli, è un gioco di parole
che evidenzia la complessità dell’argomento.
La coscienza è ciò che accompagna
ogni nostra attività del ragionare, del vedere, del correre, ecc., è il
riconoscere il sentimento che
accompagna ogni segmento della nostra vita. La coscienza è il senso d’essere, che si delinea ogni qual volta che si ha sentimento nell’espressione di un processo cognitivo specializzato. Cosa
avvincente, è che la consapevolezza del nostro Sé concettuale lavora a
posteriori, essa riconosce il senso di un dato processo mentale solo dopo che
è avvenuto… “La mente può divenire
consapevole solo un tempuscolo dopo che il cervello ha operato “. La coscienza
nascerebbe, secondo lo studioso Libet, dopo che il cervello sia stato
sufficientemente stimolato, pare che sia
necessario un tempo lungo (mezzo secondo) di attività della corteccia per far
si ché compaia il fenomeno della coscienza.
Da
studi sulla risposta comportamentale a seguito di richieste di compiti da parte
dello sperimentatore, è emerso che il cervello si attivava prima che il
soggetto avesse coscienza della scelta di agire - passavano circa 300ms tra
l’attività cerebrale e la coscienza della decisione presa. Il libero arbitrio,
pertanto, cosi come è comunemente inteso, cade inevitabilmente, definendosi
solo come un’illusione. Libet ricavò che il libero arbitrio risiedesse non
nell’automatismo della decisione, ma nel potere di veto. Emerge, dunque, in
base a tali rilevazioni, che l’unica libertà decisionale, quindi cosciente, che
abbiamo, come già affermò il filosofo John Locke più di duecento anni fa,
sarebbe quella del veto e non quella dell’arbitrio, ma, tale evidenza rimane,
ancora oggi, soggetta ad ulteriori ricerche e approfondimenti.
E’ grazie alla coscienza, dunque,
che riconosciamo “il fatto” di provare delle emozioni in conseguenza a qualcosa
che percepiamo. L’uomo, rispetto agli animali ha cognizione di più cose, va
oltre la semplice consapevolezza delle proprie capacità. Ogni specie animale è consapevole
delle proprie abilità, mentre, è propriamente umana la sensazione che abbiamo
di esse: tale sensazione corrisponde
al quanto d’energia che dona
l’effetto della coscienza di avere un Sé.
La maggiore articolazione della consapevolezza è direttamente proporzionale
alla complessità del cervello che l’ha prodotta. In poche parole, le capacità
del cervello sono associate ad almeno una rete neuronale, più reti possiede il
cervello tanto più sarà la consapevolezza delle sue capacità.
E’ dalla fisicità cerebrale, quindi,
con la sua attività elettrica e bio-chimica di milioni di cellule che,
lavorando all’unisono, si esprime, come fenomeno
quantico, la coscienza. Essa è
così intimamente connessa con il cervello che i mutamenti nell’uno hanno
effetto sull’altra, ad esempio: le sostanze che alterano le funzioni del
cervello, le lesioni cerebrali seguite a traumi o le stimolazioni sperimentali
ad opera di ricercatori su cervelli con corteccia esposta, parallelamente producono
alterazioni nel funzionamento della coscienza.
E’ bene chiarire che l’attività
cerebrale ha un funzionamento non centrale, come intuitivamente viene da
pensare, ma basato su processi paralleli e non seriali… nel linguaggio
informatico possiamo dire, non una CPU
centrale (Central Processing Unit – il cuore del computer) ma tantissime CPU che lavorano in parallelo, cioè
contemporaneamente. Pare che sia proprio tale contemporaneità nel funzionamento
di differenti zone cerebrali, anche tra loro distanti, la causa del fenomeno quantico dell’esperienza
soggettiva.
Il corpus d’interesse, è
l’ipotesi della coscienza quale effetto superiore del funzionamento del
cervello. Si è trovato che alcune zone dello stesso siano caratterizzate da
cellule dotate di qualia (gli aspetti qualitativi delle esperienze coscienti… cioè
le sensazioni specifiche alle singole esperienze). Differenti studi hanno messo
in luce in maniera chiara il nesso tra funzionamento del cervello e la
coscienza, rapidamente possiamo citare il caso dell’amnesia anterograda dove il soggetto mantiene sia la memoria a
breve termine sia quella a lungo termine, ma quest’ultima solo fino a un dato
momento, dopo il quale il soggetto non ricorda più nulla, ciò che avviene, è
che gli amnesici, come qualsiasi altra persona, vivono, da un lato, il presente
come un flusso di coscienza unitario e percepiscono il nesso tra un istante e
il successivo, mentre dall’altro non hanno nessun senso di continuità fra l’oggi
e il domani e non possono pianificare un futuro basandosi sul passato. Altro
studio ci viene dal caso di visione cieca
(l’individuo che ne è affetto ha una zona cieca o scotoma nel proprio campo
visivo), in questo caso alcuni soggetti sottoposti a visioni di oggetti posti
proprio nella zona buia, pur rispondendo che non vedevano nulla erano capaci di
orientare gli occhi nella direzione giusta, oppure erano in grado di imitare i
punti luminosi che si spostavano nella zona cieca, quello che emerge è che il
vedente cieco ha una visione oggettiva ma non ne ha coscienza, poiché sarebbe privo
di qualia visivi.
In conclusione si può affermare
che la coscienza costituisce un epifenomeno
dell’attività elettrico-chimica cerebrale, e che in assenza di attività
cerebrale non può esserci coscienza. Berlucchi G. (neuroscienziato): “può esistere un cervello funzionalmente
attivo senza coscienza, ma non può esistere una coscienza senza un cervello
funzionalmente attivo, sfido chiunque a smentirmi”.
Maurizio Mazzani
Indipendentemente dal fatto che ricevano terapie giornaliere iniettabili orali o future, queste richiedono visite mediche per la cura e il monitoraggio della sicurezza e della risposta. Se i pazienti vengono trattati abbastanza precocemente, prima che si verifichi un sacco di danni al sistema immunitario, l'aspettativa di vita è quasi normale, a condizione che rimangano in trattamento con successo. Tuttavia, quando i pazienti interrompono la terapia, il virus rimbalza a livelli elevati nella maggior parte dei pazienti, a volte associati a una malattia grave perché ho attraversato questo e anche un aumento del rischio di morte. L'obiettivo della "cura" è in corso, ma continuo a credere che il mio governo abbia fatto milioni di farmaci ARV invece di trovare una cura. per terapia e monitoraggio continui. L'ARV da solo non può curare l'HIV poiché tra le cellule infette vi sono cellule di memoria CD4 a vita molto lunga e possibilmente altre cellule che fungono da serbatoi a lungo termine. L'HIV può nascondersi in queste cellule senza essere rilevato dal sistema immunitario del corpo. Pertanto, anche quando l'ART blocca completamente i successivi cicli di infezione delle cellule, i reservoir che sono stati infettati prima dell'inizio della terapia persistono e da questi reservoir l'HIV si rimbalza se la terapia viene interrotta. "Cure" potrebbe significare una cura di eradicazione, che significa liberare completamente il corpo del virus del reservoir o una cura funzionale dell'HIV, dove l'HIV può rimanere nelle cellule del reservoir, ma il rimbalzo ad alti livelli è prevenuto dopo l'interruzione della terapia. crede che ci sia una speranza per le persone che soffrono, la malattia di Parkinson, la schizofrenia, il cancro, la scoliosi, la fibromialgia, la tossicità da fluorochinolone
RispondiEliminaSindrome Fibrodisplasia Ossificans Progressiva.Fatal Familial Insomnia Factor V Leiden Mutazione, Epilessia Dupuytren's disease, Desmoplastic small-round tumore Diabete, Celiachia, Creutzfeldt-Jakob disease, Angiopatia amiloide cerebrale, Atassia, Artrite, Sclerosi laterale amiotrofica, Morbo di Alzheimer, Adrenocorticale carcinoma.Astma, Malattie allergiche. Hiv_ Aids, Herpe, Copd, Diabete, Epatite, ho letto di lui online su come curava Tasha e Tara, così l'ho contattato su drituaherbalcenter@gmail.com anche se ho parlato su whatsapps +2348149277967 credimi è stato facile Ho bevuto la sua medicina a base di erbe per due settimane e sono stato curato proprio come quello non è il dottor Itua un uomo prodigio? Si lo è! Lo ringrazio così tanto che ti consiglierò se sei affetto da una di quelle malattie che Pls lo contatta è un uomo gentile.