Cerca nel blog

Pagine

mercoledì 18 maggio 2011

Disturbi psicogeni dell’alimentazione: anoressia e bulimia

Talvolta i giovani sono soggetti a disturbi del comportamento alimentare… perché accade ciò?

In primis, è bene sapere che questi due disturbi hanno in comune alcune caratteristiche: la ricorrenza episodica delle “abbuffate” (crisi bulimiche), il comportamento compensatorio come il vomito provocato e abuso di lassativi, indotti dal paradossale timore ossessivo di acquistare peso.


E’ bene inoltre ancora dire, che la patologia bulimica arriva talvolta perfino a sfociare in quella anoressica.
Molteplici studi si sono fatti a riguardo, ed è emerso, che i soggetti affetti da tali patologie, hanno dal lato familiare una struttura cognitiva segnata da un attaccamento contraddistinto dell’ambiguità, dall’incertezza e della confusione, tutto ciò dovuto spesso alla mancanza di sicurezza dei genitori nei loro ruoli. Per cui l’alimentazione diviene il centro del contatto col neonato; alcune volte troviamo addirittura dei figli indesiderati.


Questi genitori sono incapaci a comunicare il loro affetto, esso è frammentario e titubante, senza però arrivare alle modalità estreme delle famiglie degli psicotici ove la comunicazione affettiva è estremamente frammentata.
La reciprocità dei primi scambi, dunque, è all’insegna della confusione e della mancata chiarezza. Tale rapporto se conservato nel tempo, diviene il presupposto problematico, che rende difficoltoso per il soggetto, sviluppare il giusto amore di se stessi e di interiore sicurezza.
La figura paterna in queste famiglie possiede aspetto particolarmente deludente, egli spesso avendo difficoltà ad entrare nel ruolo di padre, è raramente presente, e le assenze che lo caratterizzano, costituiscono per il piccolo figlio dei veri propri abbandoni. Tale contesto tipo, è talvolta acuito dalla separazione tra i coniugi, poiché i figli generalmente affidati alla madre, hanno ancor meno la possibilità di relazionare con tale figura paterna.


I pazienti generalmente raccontano in terapia, di non poter dire o fare quello che volevano o sentivano, ed erano sempre a compiacere gli altri al fine di soddisfare il loro bisogno di sentirsi accettati. Troviamo con ciò, che il libero arbitrio è incentrato solo sull’alimentazione, il mangiare troppo o troppo poco diviene l’unica alternativa per esprimere se stessi!
L’esser grassa diviene una forma di rassegnazione, ma anche di protesta, l’esser magra pertanto “carina”, diverrebbe la sola chance (ipotesi: per farsi notare dal proprio padre nelle sue rare comparse).
Il cibo e l’aspetto fisico diventano il campo neutro, in cui l’adolescente può controllare il suo ambiente ed esporre le sue esigenze. Si ha così talvolta una vera e propria strategia intorno all’alimentazione.
L’ansia dovuta alle aspettative di rifiuto, (convinzioni incentrate sulla paura di non essere accettati per quello che si è) provocando disorientamento e sensazioni di vuoto, è colmata con mangiate eccessive tipiche della fase bulimica.


La possibilità di recupero d’autostima è legata al mantenimento di ferree diete con esclusione e rigetto di qualsiasi cibo, che frequentemente si alterna con improvvise crisi bulimiche.
Essendo, dunque, palesemente ovvia l’implicazione familiare, ne deriva che in caso di psicoterapia, i genitori non devono essere esclusi, onde evitare che contrastino la terapia stessa. I genitori devono non opporsi al raggiungimento dell’autonomia, ansi incoraggiarla.
Dal lato culturale, il disturbo anoressico sembra segnato dal modello della “super donna”, capace, ambiziosa e di successo, che osserva minuziosamente l’estetica della magrezza, spesso pubblicizzata come ideale di bellezza femminile dall’industria della moda, tutto ciò sembra favorire, in tali soggetti, sentimenti d’inadeguatezza.
Le conseguenze del digiuno o dell’eccessivo mangiare, assumono valore di rinforzo negativo (evitamento dell’ansia), che insieme a rinforzi di tipo positivo (ipotesi: attirare la compiacenza degli altri), contribuiscono a mantenere la disregolazione alimentare nel tempo. Il proprio fisico diventa il modo di evitare il giudizio degli altri, poiché gli occhi del mondo si posizionerebbero sul corpo divenuto oggetto di scambio, di conseguenza l’accesso al mondo interiore, particolarmente vulnerabile in tali soggetti, sarebbe in un certo qual senso evitato.
Per l’organizzazione cognitiva di tali persone, l’amore rappresenta l’unica e assoluta fonte di vita e di riconoscimento personale, infatti, proprio per questo che rappresenta l’area di maggior timore di disappunto e delusione.


La caratteristica dell’ambiente familiare, ove era determinante l’ambiguità dei sentimenti, ove gli affetti non erano esperiti chiaramente, infatti, porta ad una modalità confusa nella gestione dei rapporti affettivi.
Gli stati emotivi vengono inespressi, e talvolta reazioni depressive anche gravi rimangono nascoste a lungo, manca senso dell’umorismo e compare notevole irritabilità.
La perdita di appetito, in tali soggetti, è rara, anzi molti di essi mangiano, ma poi fanno seguire un vomito “auto indotto”, che talvolta viene percepito come “spontaneo”, al fine evitare che il cibo ingerito venga assimilato, in questi casi si è in presenza, in modo alterno, anche della bulimia.
In alcune donne si può rilevare una sensibilità di tipo paranoideo, fino ad arrivare ad episodi d’irragionevole rabbia indirizzata verso colui che queste pazienti credono, quale causa della loro mancata capacità di differenziarsi e di individualizzarsi. Per cui il loro comportamento, facilmente è contrassegnato da una “morbosità folle” indirizzata verso la dimostrazione della loro “individualità” voluta ma temuta.


Questo perché nei loro rapporti affettivi dell’età adulta, rivivono con estrema facilità l’ombra della loro famiglia, quale è stata limitatrice al raggiungimento della loro autonomia.
Si fa prevalente l’idea, dunque, di non possedere una personalità indipendente poichè spesso è molto bassa l’autostima. Mai hanno la sensazione di fare le cose perché le vogliono fare, esse vivono l’agire quale condotta basata su una reattività a vasto spettro. Questo atteggiamento è a volte camuffato dal terribile negativismo e da una sfida cocciuta. La vita di esse diventa una lotta contro la sensazione di essere sempre gestite dall’altro, sfruttate e contro la realtà di credere di non vivere la propria vita.

Mazzani Maurizio

1 commento:

  1. Indipendentemente dal fatto che ricevano terapie giornaliere iniettabili orali o future, queste richiedono visite mediche per la cura e il monitoraggio della sicurezza e della risposta. Se i pazienti vengono trattati abbastanza precocemente, prima che si verifichi un sacco di danni al sistema immunitario, l'aspettativa di vita è quasi normale, a condizione che rimangano in trattamento con successo. Tuttavia, quando i pazienti interrompono la terapia, il virus rimbalza a livelli elevati nella maggior parte dei pazienti, a volte associati a una malattia grave perché ho attraversato questo e anche un aumento del rischio di morte. L'obiettivo della "cura" è in corso, ma continuo a credere che il mio governo abbia fatto milioni di farmaci ARV invece di trovare una cura. per terapia e monitoraggio continui. L'ARV da solo non può curare l'HIV poiché tra le cellule infette vi sono cellule di memoria CD4 a vita molto lunga e possibilmente altre cellule che fungono da serbatoi a lungo termine. L'HIV può nascondersi in queste cellule senza essere rilevato dal sistema immunitario del corpo. Pertanto, anche quando l'ART blocca completamente i successivi cicli di infezione delle cellule, i reservoir che sono stati infettati prima dell'inizio della terapia persistono e da questi reservoir l'HIV si rimbalza se la terapia viene interrotta. "Cure" potrebbe significare una cura di eradicazione, che significa liberare completamente il corpo del virus del reservoir o una cura funzionale dell'HIV, dove l'HIV può rimanere nelle cellule del reservoir, ma il rimbalzo ad alti livelli è prevenuto dopo l'interruzione della terapia. crede che ci sia una speranza per le persone che soffrono, la malattia di Parkinson, la schizofrenia, il cancro, la scoliosi, la fibromialgia, la tossicità da fluorochinolone
    Sindrome Fibrodisplasia Ossificans Progressiva.Fatal Familial Insomnia Factor V Leiden Mutazione, Epilessia Dupuytren's disease, Desmoplastic small-round tumore Diabete, Celiachia, Creutzfeldt-Jakob disease, Angiopatia amiloide cerebrale, Atassia, Artrite, Sclerosi laterale amiotrofica, Morbo di Alzheimer, Adrenocorticale carcinoma.Astma, Malattie allergiche. Hiv_ Aids, Herpe, Copd, Diabete, Epatite, ho letto di lui online su come curava Tasha e Tara, così l'ho contattato su drituaherbalcenter@gmail.com anche se ho parlato su whatsapps +2348149277967 credimi è stato facile Ho bevuto la sua medicina a base di erbe per due settimane e sono stato curato proprio come quello non è il dottor Itua un uomo prodigio? Si lo è! Lo ringrazio così tanto che ti consiglierò se sei affetto da una di quelle malattie che Pls lo contatta è un uomo gentile.

    RispondiElimina