Cerca nel blog

Pagine

mercoledì 9 giugno 2010

Il RELATIVISMO ASSOLUTO “la contraddizione in termini per eccellenza"

Parlare di assoluto sicuramente i più ne rimarrebbero sbigottiti… direbbero ma come assoluto se l’assoluto non esiste, a meno che si intenda osare assumendo come assoluto Dio o Allah come dir si voglia con tutti i suoi vari rappresentanti profetici: Maometto, “Gesù”, ecc., ma nonostante ciò appare oggi ormai più che chiaro, che anche nell’area mistica, di assolutamente certo non c’è proprio un bel niente!
Non si può più identificare il divino con l’assoluto a meno che si abbandoni la logica a favore della fede religiosa, ma sappiamo che di fedi religiose ce ne sono tante, per cui anche in questo caso, appare impossibile assumerne una come assoluta, quando siamo consapevoli della presenza di altre, le quali potrebbero essere altrettanto valide.
Ma spesso ci volgiamo al mondo reale con la stessa fede irrazionale con cui ci dirigiamo al divino. Per cui poniamo per necessità, il più delle volte inconsapevolmente quindi senza una minima riflessione, come assoluto dei riferimenti che oggettivamente non lo sono.

Le norme culturali (la sovrastruttura: per es. la cultura occidentale od orientale o araba o ancora le culture primitive tipo tribali presenti in alcune popolazioni dell'Africa centrale o presso gli ultimi aborigeni del continente australe; ecc.) ne sono l’esempio, e l’etica e la morale che sono all’interno, ne costituiscono i riferimenti comportamentali per eccellenza, che erroneamente sono creduti assoluti.

Ognuno di noi possiede all’interno del suo sistema pensante, la sua etica e la sua morale che non sono altro che la sottocultura partorita dalla sovrastruttura culturale. Ed è proprio ciò che vige nella maggior parte dei casi, ed in maniera assolutamente irremovibile, come guida del nostro comportamento.
Le rigidità assolutizzanti e preconcette ne sono l’esempio. Esse rappresentano i punti di riferimento del sistema cognitivo, i concetti fondamentali, con i quali valutiamo il mondo e noi stessi. Sono proprio tali concetti che costituiscono ciò che di “assoluto” vige nella nostra struttura mentale.

Assolutismo/relativismo dicotomia impossibile se non solamente accademica, per cui cercherò di farvi giungere alla consapevolezza dell'inesistenza di certezza assoluta, ma solamente relativa che a nostro “piacimento” consideriamo assoluta.

Tale consapevolezza sarà di vitale importanza, poiché è proprio sul relativo che noi poniamo come assoluto, che si basano gran parte delle nostre difficoltà nell’affrontare la realtà quotidiana: l’origine dei nostri nevroticismi, l’incapacità di spostarsi facilmente, potendo così costruire il mondo e noi stessi da un diverso orizzonte, da una differente angolazione, un'angolazione dissimile da quella che s'impone coattivamente al nostro vivere.
La dimostrazione è semplice basta pensare, come già accennato, alle differenti sovrastrutture culturali ancora esistenti sul nostro pianeta. Esse possiedono come riferimenti assoluti elementi diversi, ed è chiaro che ogni cultura è diversa da un'altra nella misura in cui questi elementi relativi vengono assunti come assoluti.
Un esempio in tema, è il concetto di normalità, la quale è differente nelle diverse culture. Essa significa, infatti, solamente essere nella norma, cioè appartenere a quell'insieme d'individui che rappresentando la stragrande maggioranza, costituiscono il riferimento normativo, cioè il criterio socio culturale guida, tale da poter differenziare altri che hanno caratteristiche diverse, cioè anormali (fuori della norma).
Pensate ad esempio alla cultura araba dove avere due o più mogli è largamente accettato, quando nella nostra cultura ciò non solo non è normale, ma anche punito dalla legge. O ancora la circoncisione dei bambini ebrei, che rappresenta l'iniziazione religiosa, elemento importantissimo per quella gente, ma che è da noi occidentali invece impraticata, per cui farlo sarebbe considerato non normale. O per estremo pensiamo al matriarcato presente in una cultura tribale dell'Africa centrale, invece del patriarcato presente nelle restantanti culture. Infine, altro esempio, il far calzare delle piccole scarpe per anni alle bambine cinesi, per impedire che il loro piede cresca più di tanto, poiché in quella cultura avere le donne un piccolo piede rappresenta un aspetto di gran grazia, per cui esse, con sofferenza, sopportano tale costrizione culturale come una normalità, mentre per noi sarebbe pura follia!
Pertanto quello che deve essere ben chiaro, ed aver raggiunto la vostra consapevolezza, è che l'unico assoluto possibile è la certezza dell'inesistenza di certezza.

Il relativismo assoluto che è una contraddizione in termini, non è altro che una mera invenzione dell'uomo per ottemperare al suo bisogno di sicurezza. L'unica realtà che ci riguarda è il relativismo, ed in particolar modo, essendo ciò che c'interessa, il relativismo quindi dei nostri fatti mentali, delle costruzioni su noi stessi e sul mondo, per cui ogni nostro comportamento, ogni nostro pensiero, ogni emozione non è altro che il derivato della nostra teoria di come i fatti avvengono. Tale teoria è la risultante degli scambi tra noi e il mondo, per cui rappresenta la sottonormativa alla quale ci atteniamo quando ci comportiamo. Assumere come assolutamente oggettiva una semplice interpretazione soggettiva degli eventi psicologici a noi collegati è la premessa all'infelicità.


Ora facciamo una riflessione circa il relativismo dei fatti mentali, per far questo, basta semplicemente pensare ad una qualsiasi vostra situazione passata, dove vi siete comportati aggressivamente con rabbia per via di un qualcosa che in quel momento avete giudicato importante, a tal punto da sentirvi feriti nel vostro amor proprio (ferita egoica), ma che poi dopo un po' di tempo, ripensandoci sopra, facilmente vi è accaduto di dirvi, ma che stupido che sono stato ad arrabbiarmi in quel modo, in fin dei conti quella cosa che avevo giudicato così importante non lo era affatto, e per di più c'è andata di mezzo anche mia... ecc., ecc.

Il punto è proprio questo: per quanto riguarda il relativismo delle differenti normative sovra-culturali, sono convinto che sia già patrimonio di tutti voi, per cui credo che non ci sia altro da aggiungere; mentre comprendere consapevolmente il relativismo dei fatti mentali, sia vostri che altrui merita ulteriore attenzione. Per cui riflettendo sulle vostre costruzioni sul mondo e su voi stessi, potete notare che esse risultano facilmente assolute in un momento, per poi apparire estremamente relative solo dopo poche ore al semplice riesame, come spiegato sopra, e questo quando riuscite a spostare il vostro punto di vista come ho già accennato.

Dunque, tutto è relativo come ovviamente tutte le costruzioni sul mondo e su voi stessi, per cui quando state nevroticamente male perché avete interpretato un fatto in un certo modo ricordatevi che è sempre, è sempre una costruzione relativa dell’evento che in quel momento giudicate assolutamente spiacevole, ma che potreste rivedere e rendere la costruzione più consona alla realtà, pertanto più oggettiva.


Mazzani Maurizio

Nessun commento:

Posta un commento