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venerdì 4 giugno 2010

L’ADOLESCENZA... un viaggio tra spazio e tempo

Il tempo e lo spazio sono le più comuni categorie che caratterizzano il periodo adolescenziale; un periodo questo contrassegnato dal passaggio da un luogo ad un altro (Baldascini 1995), e dove la transizione costituisce per l'adolescente il classico conflitto dell'età, che consiste nell'impossibilità di potersi collocare in una dimensione ben precisa, quella adulta o ancora quella infantile. Pensate all'adolescente come quel bambino che viaggia verso l'età matura, e che in tutto quel viaggio non riesce ad identificarsi in nessuna dimensione in particolare, ma semplicemente essere un viaggiatore. Egli appena oltrepassa la linea di demarcazione dell’infanzia entra in una zona che si potrebbe definire “terra di nessuno”, uno spazio questo che è sospeso tra presente, passato e futuro (ib) e che Frankenstein (1966) (in Y. Cohen 1991) chiama “double negation” proprio per la sua peculiarità che è all’insegna dell’assenza di definizione.

L’adolescente dunque, non può essere definito bambino ma nemmeno adulto.

La realtà adolescenziale è proprio questa… una dimensione esistenziale caratterizzata da una specie di mancanza d’identità, e chi è adolescente non sa proprio dove collocarsi. Una realtà conflittuale per eccellenza, che va dal sociale allo psicologico per soggiacere nel fisiologico.

L'adolescente, infatti, ha appena vissuto il trambusto ormonale che ha prodotto il disagio conseguente alla perturbazione caratteristica della pubertà.
Essa si presenta invasiva cambiando il fisico, ma senza che la psiche abbia avuto il tempo di adeguarsi opportunatamente. Il giovane intorno ai 12/13 se femmina e i 14/15 se maschio, si trova ad aver raggiunto la capacità procreativa, ed è perciò fisiologicamente un adulto, ma nello stesso tempo non è in grado, dal punto di vista psicologico, di gestire tale maturità. Il “bambino” si trova ad avere un corpo adulto ma desidera inizialmente ancora spesso rifugiarsi nella protezione offerta dalla famiglia. Talvolta, infatti, l’adolescente vorrebbe proprio opporsi a tale cambiamento, costituito da trasformazioni troppo rapide e da ritmi troppo intensi.

Un passaggio veloce, questo, che va dalla preadolescenza all’adolescenza, un momento caratterizzato dall’accelerazione della crescita fisiologica e somatica.
Una realtà questa, distinta da forti conflitti incentrati inizialmente sul fisico e sulla sfera sessuale. I primi possono riguardare la percezione del Sé corporeo, come per esempio la comparsa dei caratteri sessuali secondari, l’ansia e la preoccupazione relativa alla dimensione e al peso del proprio corpo ed ad una sua eventuale disarmonia. I secondi riguardano la propria identità sessuale, e spesso sono espressi attraverso un’attenta osservazione dell’altro sesso, mossa da una ansiosità che trova la sua espressione in una sorta di misurazione dei propri difetti e, forse per confessare la propria incerta identità sessuale. Inoltre, si possono incontrare conflitti sulla possibile attività masturbatoria, che pur rappresentando un fenomeno che può favorire un adeguato sviluppo della persona (Canestrari R., 1990), può talvolta, invece, essere vissuta all’insegna di una spesso silenziosa conflittualità interiore.

Anche a livello mentale l’adolescente è soggetto ad un processo trasformativo complesso ed estremamente importante, per quanto poco visibile e meno spettacolare di quello corporeo. La maturazione delle capacità intellettive segue un cammino che ha un fondamento psicogenetico (Piaget J., 1981, 1989).
L'individuo sviluppa la sua intelligenza attraverso l’iter biologico costituito dalla maturazione organica del cervello e l'interazione di quest'ultimo con l'ambiente (Bandura A. 1981), il quale deve essere sufficientemente stimolante per permettere che la sua intelligenza si sviluppi adeguatamente (Canestrai R., 1990). Lo sviluppo psicogenetico dell’intelligenza raggiunge la maturità proprio con l'adolescenza, ciò avviene con la comparsa del pensiero astratto e simbolico, con la formazione della personalità e del desiderio dell'inserimento affettivo ed intellettuale nel mondo degli adulti (ib). L'adolescente, dunque, possiede tutte le caratteristiche del pensiero anticipatorio, quello che ha la caratteristica del "possibile", il quale gli permette di iniziare a pensare al futuro e a tutto ciò che lo caratterizza, di stendere teorie su se stessi e sul mondo, ecc. E’ il momento della nascita della propensione alla discussione, cioè la forma dialogica della problematizzazione, che lo induce a costruire o ad accettare, entusiasticamente, concezioni di vita riformatrici, che sono spesso solamente una mera illusione scevra da ogni ponderazione di difficoltà concrete. Tutto ciò è reso possibile proprio dalla presenza dell’intelligenza astratta che gli consente di poter subordinare il reale al possibile (ib). Egli possedendo tutti gli aspetti del pensiero adulto desidera anche metterli in pratica. Ma questo non gli risulta facile poiché, anche se possiede un'intelligenza razionale ben sviluppata, nello stesso tempo non gode di una emotività altrettanto matura, per cui ciò è di ostacolo ad esistere in modo ben definito.

L’adolescente si trova sia nella sfera personale nonché sociale ad avere serie difficoltà d’affermazione di Sé. Egli vive, di fatto, in una marginalità sociologica, che lo posiziona sia fuori del gruppo degli adulti sia da quello dei fanciulli. La penalità di tale condizione non può che essere altro che una forte incertezza, che di fatto ostacola proprio il senso della sua identità.
Afferma Erikson E. (1974): “ una delle coordinate indispensabili dell’identità è il ciclo vitale in quanto nell’adolescenza l’individuo sviluppa i requisiti di crescita fisiologica, di maturazione mentale e di responsabilità”. La strutturazione del Sé, tappa fondamentale per avere una percezione completa ed integrata di se stessi nel mondo, è, pertanto, spesso ostacolata da difficoltà interazionali micro e macro-sociali. Ciò diviene così il presupposto per una possibile vulnerabilità alla psicopatologia o comunque a potenziali difficoltà d’adattamento. L'adolescente dalla dipendenza deve raggiungere l'autonomia, e per tale scopo deve elaborare costruttivamente i vecchi schemi di pensiero infantili, per rompere gli obsoleti legami che tali schemi rappresentano. Con l’adolescenza dovrebbe accadere spontaneamente la messa in crisi delle certezze dell’età infantile: la certezza circa l’onniscenza e l’onnipotenza degli adulti, la certezza sulla univocità della realtà esterna, la certezza sulla semplificazione della vita interiore e la certezza sulla esistenza dello schema di riferimento esterno come guida stabile e sicura (Canestrari R., 1984), e conquistare, usando la metafora di Baldascini (1995), uno:
- spazio fisico (il corpo);

- spazio sociale (la mobilità tra i principali sistemi di riferimento: famiglia, pari,
adulti, l’abitare in ambiti collettivi diversi e inediti)
;
- spazio mentale (lo sviluppo del pensiero astratto);

- spazio psicologico (la costruzione del Sé).

E’ la conquista della libertà... la libertà di scoprire e abitare altri spazi, spazi interattivi differenti da quello familiare.
Ecco qui il perché del bisogno di legami al di fuori della famiglia, con il gruppo dei pari, un esempio è l'amico coetaneo dello stesso sesso con il quale instaurare un’amicizia profonda, conquista iniziale che poi porterà alla ricerca di un partner d'amore. Di fatto, se ci mettessimo ad osservare un adolescente, noteremo chiaramente nel suo comportamento, la coesistenza di impulsi verso l'autonomia con l'inerzia delle esperienze infantili. Tale realtà causa un certo tipo di comportamenti e i loro opposti (forti ribellioni alternate a passive sottomissioni; presenza di forte iniziativa facilmente seguita da forte pigrizia; ecc.) Insomma, tutto questo indica chiaramente nel conflitto adolescenziale la simultanea presenza di un forte desiderio ad andare avanti verso l'autonomia, ed un bisogno altrettanto forte di tornare indietro verso la dipendenza. Tale periodo, dunque, rappresenta un passaggio decisivo e particolarmente importante, poiché costituisce l’evoluzione che va da una specifica dimensione esistenziale ad un’altra completamente diversa e più complessa.

Mazzani Maurizio

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